Lo stile dell’arredamento degli anni ’60 è caratterizzato da un cambiamento delle forme, dei colori e dei materiali, che sotto l’influenza della Pop Art, divengono innovativi, allegri ed estrosi.
Rispetto ai decenni precedenti, gli interni si vestono di modernità, e l’aria che si respira in casa diviene fresca e frizzante. Mobili e complementi perdono il loro aspetto abituale diventando più giovani e sensuali, soprattutto grazie ai colori.
Infatti le tonalità neutre e cupe utilizzate sino a quel momento lasciano il posto a nuances sgargianti e alle fantasie geometriche di rivestimenti e tessuti.
In quegli anni, gli imprenditori italiani avviano il processo di industrializzazione del design, mettendo a punto nuove tecnologie per la produzione in serie dei mobili e degli oggetti di arredo, con grandi sperimentazioni legate ai nuovi materiali, alle caratteristiche legate alle novità estetiche e alla ricerca di una maggiore funzionalità.
La voglia di ridare vita ai prodotti di massa, agli oggetti del quotidiano, ai personaggi del cinema e delle televisione, alle immagini pubblicitarie, alle insegne e alle foto dei giornali dà il via ad una casa vitale ed energica. E non è un caso se assistiamo a un ritorno dello stile anni ’60 nell’arredamento.
Ecco allora che i mobili degli anni ’60 si tingono di tinte fluo e di colori intensi e accesi. E non potrebbe essere altrimenti dato che in quegli anni la vita è immersa nel benessere dopo il boom economico di inizio decennio, e in ogni settore si sente l’esigenza di allegria, freschezza, voglia di innovazione, libertà e creatività.
Testimoni di un carattere forte e giocoso, tra i colori più diffusi in questo periodo troviamo il giallo, il fucsia, l’arancio, il verde, il viola, il blu elettrico e il rosso, che utilizzati anche simultaneamente, regalano all’ambiente una stravolgente carica esplosiva.
Accanto ai colori forti, per l’arredamento si fanno spazio anche il bianco e il nero, solitamente abbinati proprio ad oggetti e complementi ultra-colorati. Di grande effetto sarà l’applicazione di una tinta scura per una o due pareti, che si sposerà perfettamente con pezzi di arredamento fluo.
Tessuti e superfici sono caratterizzati anche da linee e forme geometriche che si rincorrono sino a creare delle fantasie eccezionali, la cui originalità e freschezza è ancora oggi sinonimo di innovazione e creatività.
Molte icone dell’arredamento contemporaneo, ancora oggi in produzione, furono realizzate proprio negli anni ’60. Pensiamo per esempio alla famosa poltrona Sacco di Zanotta (1968), una delle poltrone di design cult che non passano certo di moda. Con la sua forma anatomica che abbraccia il corpo umano lasciandolo libero, senza costrizioni e assecondandolo nei movimenti, è un vero e proprio simbolo del periodo.
Oppure che dire della celebre poltrona Up5 (1969), una delle opere di Gaetano Pesce disegnata per B&B Italia e concepita come metafora della “donna prigioniera con la palla al piede”.
Come non parlare della lampada da terra Arco (1962) di Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Flos, venduta in migliaia di esemplari e che in tanti anni di produzione ha subito la sola modifica del sistema elettrico, per uniformare l’apparecchio alle norme vigenti.
E non dimentichiamoci della plastica, materiale simbolo dello stile di arredamento anni ’60, che con la sua versatilità riesce ad essere plasmata per costruire qualsiasi tipologia di prodotto, con semplicità e a basso costo. Esempio memorabile sono le sedie Kartell, che ancora oggi sono scelte dagli amanti del design di interni