La Direttiva Casa Green continua ad essere un incubo per gli italiani. Si prevede una spesa di 50 mila euro a famiglia per l’adeguamento. C’è speranza che tutto cambi?
I cittadini devono riqualificare dal punto di vista energetico le proprie case entro sette anni. E i soldi chi li esce?
Si va verso una conclusione della vicenda Case Green in cui l’Italia è stata trascinata dall’Unione Europea insieme a tutte le nazioni UE. Presto sapremo se la Direttiva dovrà realmente essere applicata come oggi è nota o se ci saranno variazioni nel testo. Al termine del negoziato tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea sapremo se dovremo veramente spendere minimo 50 mila euro per la riqualificazione energetica della nostra abitazione.
L’obbligo sarebbe di raggiungere la classe E entro il 2030 e la classe D entro il 2033 per tutti gli edifici residenziali (con poche eccezioni). Poi c’è la missione di avere emissioni zero entro il 2050. Un progetto ambizioso, di tutela dell’ambiente ma chi tutela i cittadini? Le conseguenze sarebbero devastanti. O sborsare migliaia di euro o far crollare il valore della propria abitazione senza più possibilità di venderla o affittarla. In più Governi e osservatori hanno capito quali e quanti rischi ci sarebbero dovendo affrontare interventi di ristrutturazione su milioni di abitazioni.
Senza un passo indietro si finisce nel baratro delle Case Green
Già nel 2021 Confindustria aveva lanciato un allarme. I pericoli della Direttiva Case Green sono molteplici e andando avanti negli anni sono apparsi sempre più palesemente.
L’Associazione bancaria italiana ha sottolineato i rischi di una riduzione drastica del valore di mercato degli edifici visto che per il 60% hanno classi energetiche più basse della E. Di conseguenza gli italiani perderebbero una parte importante di ricchezza, quella rappresentata proprio dalle case di proprietà.
Questo comporterebbe un impatto sul mondo bancario. Si svaluterebbero le garanzie legate all’acquisizione dei mutui da parte delle banche e, inoltre, la minore ricchezza significherebbe minore possibilità di accedere al credito. Ne deriverebbe un rallentamento della crescita economica.
Qual è la conclusione? Sarebbe necessario trovare un altro modo per salvare il pianeta e ridurre l’inquinamento senza provocare un’apocalisse. Le prestazioni energetiche degli immobili devono essere migliorate, nessuno lo mette in dubbio ma non con le modalità presenti della Direttiva Case Green. Tali modalità sono distruttive per l’Italia, una nazione che ha già grandi problemi in generale. Ecco perché il Governo sta cercando di evitare che il provvedimento venga approvato in via definitiva trovando alleati a supporto della propria posizione.