Amazon annuncia una nuova ondata di licenziamenti per i suoi dipendenti: questa volta si punta a sostituire Alexa con l’IA.
I media americani annunciano una notizia sconvolgente: ci saranno nuovi round di licenziamenti per Amazon. Infatti, è del 17 ottobre la nota inviata dal colosso tecnologico ai propri dipendenti per annunciare la riduzione dei posti di lavoro presso la sua unità di assistente vocale Alexa, citando il “mutevole” delle priorità aziendali ed una maggiore attenzione all’intelligenza artificiale generativa.
Stando alla nota visionata, Amazon taglierà “diverse centinaia” di dipendenti, segno della prosecuzione del periodo di austerity già cominciato in precedenza. Infatti l’anno scorso, il colosso americano ha cominciato a tagliare 27.000 posti di lavoro, come parte di un massiccio sforzo di riduzione dei costi, mentre all’inizio di questa settimana, la divisione gaming ha tagliato altri 180 posti di lavoro. Ma cerchiamo di capirne di più.
Annunciati nuovi tagli per la divisione Alexa: così Amazon persegue l’operazione di licenziamento dipendenti.
Proprio un anno fa, l’amministratore delegato Amazon, Andy Jassy, aveva annunciato in una comunicazione interna all’azienda che i licenziamenti sarebbero proseguiti anche nel 2023. Su questa linea, il colosso e-commerce ha intensificato i licenziamenti annunciandone altri 9.000 a marzo nella divisione dei servizi cloud, nelle risorse umane, nella pubblicità e nel servizio di live streaming di Twitch. Ora, come preannunciato, Amazon afferma di essere pronto ad un nuovo round di licenziamenti, con conseguente diminuzione dei costi in una divisione ben nota agli utenti del gigante americano.
Si parla dell’assistente vocale di casa Amazon divenuto popolarissimo nelle case dell’intero globo per le sue numerose funzionalità: Alexa, per chi non lo sapesse, è infatti sempre più utilizzato per impostare timer, porre domande di ricerca, riprodurre musica e come hub di automazione domestica. Sebbene tale strumento provveda ad alimentare milioni di altoparlanti intelligenti Echo e altri dispositivi nelle case, è un dato di fatto che conti su di un software che Amazon stessa ha fatto fatica ad ampliare, per cui la sua utilità rimane pertanto circoscritta ad azioni prettamente basilari come controllare il tempo e riprodurre la musica. Insomma Alexa si è dimostrata ben poca cosa rispetto agli strumenti comunicativi di recente ascesa, come ChatGPT, alimentati dalla cosiddetta intelligenza artificiale generativa.
Ed è per queste motivazioni che l’azienda annuncia l’interruzione di alcune iniziative e nuovi cambiamenti funzionali alla volontà di allinearsi meglio alle priorità aziendali e ai desideri dei clienti. In altri termini, i licenziamenti nella divisione Alexa, nell’ottica aziendale, sarebbero da ascrivere alla necessità di massimizzare le risorse disponibili e degli sforzi focalizzati sull’intelligenza artificiale generativa.