[galleria id=”2557″]Era il 1979 quando Riccardo Dalisi venne incaricato di ideare un modello di caffettiera napoletana per Alberto Alessi. Di lì in poi fu lui stesso a fermarne la produzione fino al 1987 per condurrela sua ricerca sulla “napoletana”. Durante quei nove anni sono stati prodotti più di duecento diversi prototipi in latta oggi archiviati nel Museo Alessi e ambiti protagonisti di numerose mostre di design in tutto il mondo. Dalisi il suo rapporto con Napoli, dove ha lo studio, e con Rua Catalana, la strada dei lattonieri con l intento è quello di ricordare una antica tipologia di caffettiera che è stata la caffettiera domestica in Italia prima dell’avvento negli anni ’50 della Moca o Espresso.
Partendo dalla classica “napoletana”, l’architetto-designer dà vita ad una infinità di personaggi in latta, caffettiere di tutte le dimensioni e sembianze si susseguono negli anni Ottanta, aprendo ad Alessi e Dalisi l’esperienza concettuale dell’alto artigianato, stemperando le certezze del mondo industriale in una vena fragile e poetica, forse la più adeguata a lavorare intorno a rituali domestici antichi. Tutto è documentato in R. Dalisi, La caffettiera e Pulcinella, Alessi, 1987.
Il risultato fu una caffettiera napoletana in acciaio inossidabile 18/10, con manico e pomolo in legno di noce canaletto .
L’uso della cosidetta “macchinetta” napoletana non è affatto complesso e il gusto è decisamente diverso da quello di un espresso, difficile da spiegare a parole. Bisogna ruotare in modo secco la caffettiera quando dal forellino fuoriescono le prime gocce d’acqua dovute all’ebbollizione e coprire il beccuccio con un cono di carta.