Nell’era del turismo urbano, molti proprietari di appartamenti stanno scegliendo di trasformare le loro proprietà in bed and breakfast.
Questa scelta, sebbene economicamente vantaggiosa, porta con sé una serie di implicazioni che riguardano la convivenza e la gestione delle spese condominiali. La trasformazione di un appartamento in B&B comporta un utilizzo più frequente e intensivo delle parti comuni del condominio, come scale, ascensori e androni.
Questo aumento dell’uso può causare una maggiore usura delle strutture e richiedere interventi manutentivi più frequenti. Di fronte a questa nuova realtà, sorge spontanea la domanda: è giusto che il proprietario del B&B contribuisca alle spese condominiali in misura maggiore rispetto agli altri condòmini?
Recentemente, il Tribunale di Roma ha dovuto pronunciarsi su questa tematica. Un proprietario che aveva trasformato il suo appartamento in B&B si è visto imporre dall’assemblea dei condòmini una maggiorazione del 30% sulle spese condominiali attribuibili alla sua unità immobiliare. Il proprietario ha contestato questa decisione ritenendola illegittima ma il Tribunale ha stabilito altrimenti.
Il giudice ha evidenziato l’esistenza di un regolamento condominiale contrattuale che prevedeva esplicitamente la possibilità per l’assemblea dei condòmini di imporre una maggiorazione delle spese a quei proprietari le cui unità immobiliari fossero destinate ad usi diversi da quello residenziale tradizionale. In questo caso specifico, l’utilizzo dell’appartamento come B&B rientrava pienamente nelle situazioni contemplate dal regolamento per l’applicazione della maggiorazione.
La decisione dell’assemblea si è basata anche sulla normativa vigente rappresentata dall’articolo 1123 del Codice Civile italiano che permette diverse convenzioni tra i condòmini sulla ripartizione delle spese d’uso delle parti comuni basate sull’intensità d’utilizzo effettivo. Pertanto, la sentenza n. 1271 del 24 gennaio 2024 conferma non solo la conformità della deliberazione assembleare al regolamento condominiale ma anche alla legge italiana.
Questo caso mette in evidenza come le dinamiche interne ai condomini stiano evolvendo insieme alle esigenze abitative e commerciali dei cittadini. La sentenza rappresenta un precedente importante per tutti quegli immobili destinati ad attività ricettive come i bed and breakfast all’interno dei contesti condominiali urbani. La chiave sta nel trovare un equilibrio tra le opportunità economiche offerte dal turismo urbano e il mantenimento della qualità della vita all’interno dei complessi residenziali.