Le agevolazioni sono state confermate anche dalla Corte di Cassazione e ora i Comuni dovranno necessariamente adeguarsi: ecco chi può beneficiarne e come.
“Sconti, sconti e ancora sconti”: ci abbiamo fatto caso? In alcune circostanze vengono annunciati ai quattro venti ed in altri, invece, risulta addirittura assai difficile venire a conoscenza della loro esistenza. E spesso le cronache ci hanno dimostrato che, quando sono troppo urlati, possono nascondere insidie (ovvero non essere reali) mentre, quando sottaciuti e tenuti all’ombra, risultano al contrario effettivamente convenienti.
In un ultimo caso, c’è anche la possibilità che siano davvero in pochi a sapere che possano essere applicati: ad esempio, quando la loro esecuzione viene indicata in una norma poco nota, oppure non proprio di così semplice interpretazione, ed ecco che nella maggior parte dei casi restano lettera morta ed è più consueto perdere l’occasione che avvantaggiarsene.
Come nel caso dell’IMU: in una circostanza recente, infatti, è dovuta addirittura intervenire la Cassazione per confermare la sussistenza effettiva di agevolazioni applicabili, perché nemmeno il Comune coinvolto riteneva potesse concederle. Ma il contribuente non si è dato per vinto ed ecco che il suo caso da “causa persa”, come si poteva temere rimanesse, con ogni probabilità pare invece destinato a fare scuola.
Il caso del coltivatore pensionato e delle agevolazioni IMU riconosciute dalla Cassazione
In cosa è consistito il caso? Ebbene, alla richiesta di un accertamento IMU a suo carico, un coltivatore diretto ormai in pensione ha ritenuto di avere diritto alle agevolazioni riservate ai coltivatori, anche se non più in attività e percettore di assegno pensionistico. Così ha fatto ricorso. E sebbene sia stato respinto tanto in primo grado quanto in appello, la Cassazione ha infine ribaltato le sentenze precedenti.
Ebbene, nello specifico sulla base della disposizione prevista dal comma 3 dell’articolo 78-bis del Decreto numero 104 del 2020, che favorisce proprio i contribuenti che continuano a esercitare attività agricole anche da pensionati. La disposizione, infatti, prevede con effetti retroattivi che imprenditori agricoli e coltivatori diretti possano beneficiare delle agevolazioni IMU anche da pensionati.
Ma a una condizione: devono mantenere l’iscrizione nella gestione previdenziale e assistenziale agricola e dunque, di fatto, continuare a svolgere l’attività. L’interpretazione legislativa della Cassazione potrà dunque avere ripercussioni significative su numerose pensionate e pensionati italiani che continuano a svolgere attività agricole: per loro, infatti, gli sconti continueranno a essere applicabili, anche retroattivamente. L’ordinanza del caso, per quanti volessero prenderne visione, è la numero 10876 emessa lo scorso 23 Aprile 2024.