Il contratto d’affitto non è sempre uguale e ci sono benefici differenti a seconda della formula scelta, per questo va fatta attenzione.
Quando un proprietario di immobile propone una tipologia di contratto è utile capire quali sono i pro e i contro prima di procedere alla firma. Molti non fanno caso al dettaglio e quindi non studiano quelle che possono essere le ripercussioni, anche importanti, di quella decisione.
Prima di procedere quindi è giusto valutare molto bene se ci sono le basi adeguate per poter avere un giusto accordo quindi sicuramente dei benefici per il proprietario ma anche per chi affitta, bisogna trovare un punto di incontro. Per farlo però è doveroso conoscere differenze e peculiarità di ogni situazione.
Affitto, quale contratto conviene di più
Ci sono circostanze diverse quindi una formula contrattuale potrebbe essere indicata per qualcuno ma sconveniente per altri. Per questo bisogna capire come muoversi e scegliere in base alla propria situazione quello che è migliore e più indicato. Solitamente vengono applicate quattro formule contrattuali: il canone libero con 4+4, il canone concordato con 3+2, il transitorio che va da 1 a 18 mesi quindi per affitti a breve termine, il transitorio per studenti fino a 36 mesi dedicato appunto ai giovanissimi.
Gli ultimi due sono contratti specifici, pensati per chi desidera affittare una casa solo temporaneamente, magari perché ha dei mesi di libertà e vuole allontanarsi senza vincoli maggiori, oppure per coloro che intendono affittare la casa agli studenti con flessibilità. Questo perché i giovani, di solito, hanno solo necessità temporanee legate all’università o alla scuola, quindi preferiscono contratti semestrali, annuali o comunque a tempo definito.
Per quanto concerne gli affitti standard quelli più utilizzati sono sicuramente le due formule principali quindi il contratto di 4+4 e di 3+2. I contratti e le modalità tra cui scegliere sono forniti dalla legge italiana, questo è importante perché ovviamente bisogna attenersi a quanto previsto non si può decidere in formula propria come procedere.
Questo è una tutela sia da un lato che dall’altra e va rispettata. Il canone di affitto definito libero vuol dire che si estingue liberamente tra le parti. Quando si parla di durata, ad esempio 4+4, vuol dire che la durata minima sarà di 4 anni, prorogabili per altri 4 anni salvo ovviamente scegliere di disdire anche prima con il consueto avviso di 6 mesi. Il rinnovo per il secondo ciclo è sempre automatico e si tratta della soluzione più comoda per quanti affittano un immobile di cui non hanno necessità di utilizzo.
Si può anche optare per la cedolare secca al 21% per risparmiare sulle tasse. In questi casi comunque è previsto un adeguamento del canone in base all’ISTAT (ma non per chi sceglie la cedolare secca). Questo contratto è indicato appunto per chi vuole affittare casa a lungo termine, per l’inquilino è indicato laddove si voglia un prezzo fisso nel tempo che non può subire grandi variazioni.
Il contratto a canone concordato prevede l’impossibilità di stabilire in autonomia a quando affittare l’immobile. In questo caso infatti bisogna fare riferimento agli accordi territoriali e non ci sono altre opzioni se non questa. Il canone verrà quindi mantenuto nel tempo in base alla durata che sarà di un minimo di 3 anni, prorogabile per altri 2, con rinnovo automatico. L’adeguamento del canone si può fare entro il 75% della variazione ISTAT ma sempre per chi non sceglie la cedolare secca.