Affitto pagato dallo Stato a tutti i dipendenti pubblici: come funziona la novità

Dipendenti pubblici e costi esorbitanti degli affitti del nord e delle grandi città: le soluzioni che ha trovato lo Stato per evitare i licenziamenti

È un problema comune che sta portando diversi disagi negli uffici pubblici. Coloro che vengono assunti tramite concorso spesso sono costretti a licenziarsi o a rifiutare il posto per via dei prezzi troppo alti degli affitti rispetto allo stipendio offerto. Certo, oggi 1500 euro mensili netti, considerando gli stipendi offerti dalle aziende private, è un buono stipendio, ma spesso viene offerto a un prezzo da pagare troppo caro.

Trasferirsi in una città, per stare in un monolocale da 30mq pagato anche 900 euro al mese, per poi rimanere con 600 euro al mese per vivere, è praticamente folle se non si ha una famiglia alle spalle che aiuti con le entrate. In tanti quindi stanno cercando di fare due pesi due misure: conviene trasferirsi e pagare affitti esorbitanti oppure conviene accontentarsi di stipendi più bassi e meno sicuri, ma stando a casa propria?

Il problema dell’affitto per i dipendenti dello Stato: una prima piccola soluzione

Il problema dell’inflazione schizzata alle stelle nel periodo post covid ha fatto sì che il costo della vita si alzasse in modo spropositato. I 1500 euro di un tempo non sono quelli di oggi: in città bastano a mala pena ad arrivare a fine mese, difficile sperare in una vita dignitosa. È su questo punto che lo Stato sta ragionando.

Affitto casa dipendenti pubblici: i sindacati propongono un aiuto
Affitto casa agevolato per i dipendenti pubblici, sc- designmag.it

Tanti posti rimangono vacanti per il problema degli affitti: l’impresa non vale la spesa, pensano in molti, ed è ora di correre ai ripari perché gli uffici pubblici hanno bisogno di personale. La soluzione sarebbe aumentare gli stipendi, ma probabilmente sarebbe troppo concorrenziale poi per le aziende private, oppure pagare gli affitti dei dipendenti.

Ogni mese, tantissime sono le dimissioni o le rinunce al posto di lavoro fatte dai vincitori di concorsi pubblici. Il fenomeno riguarda soprattutto le regioni del Centro Nord e gli uffici giudiziari. Il sindacato propone di reperire le risorse per gli affitti dal Fondo Credito, ovvero una ritenuta assistenziale dello 0,35% che obbligatoriamente viene applicata sugli stipendi di tutti i pubblici dipendenti.

Serve per mutui, piccoli prestiti Inps e varie tipologie di prestazioni. Il ricorso al fondo credito sarebbe utilizzato per cinque anni a favore dei neoassunti per sostenere le spese di affitto. Non è una soluzione definitiva ma già un primo sprone.

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