Affitti: attenzione alla multa, la normativa attuale non perdona

Dopo la stretta del Governo sul tema degli affitti bisogna prestare molta attenzione poiché si rischia di incorrere in multe salatissime.

Con l’aumento del turismo di massa gli affitti per brevi periodi hanno subito incrementi senza precedenti ed è anche per questo motivo che il Governo ha deciso di attenzionare la questione con una nuova normativa.

In particolare il Decreto Legislativo 87/2024 ha modificato il precedente Decreto Legislativo 471/1997, introducendo nuovi limiti e regole in materia di affitti brevi. L’aspetto più evidente del nuovo decreto riguarda sicuramente le sanzioni pensate per chi non rispetta le regole. Ma come funzionano queste sanzioni e in quali condizioni si applicano?

Per comprenderlo dobbiamo partire da un elemento: la cedolare secca. Si tratta di un regime di tassazione che permette di usufruire di alcune agevolazioni in materia di affitti. Con la cedolare secca, ad esempio, si può beneficiare di un’imposta sostitutiva all’IRPEF, nonché accedere a una serie di altri benefici. Il nuovo decreto legislativo, però, ha introdotto alcune modifiche, ad esempio riguardo all’aliquota che chi affitta deve versare o, appunto, riguardo alle sanzioni in caso di irregolarità.

Nuova normativa in materia di affitti: attenzione alle multe, sono salatissime

Innanzitutto con la nuova legge l’aliquota passa dal 21% al 26%, comportando un aumento consistente nella tassazione. In secondo luogo introduce sanzioni consistenti per chi omette l’affitto nella propria dichiarazione dei redditi oppure fa dichiarazioni mendaci o manchevoli sul tema. In questo articolo trovate una guida completa sulla nuova normativa.

Sanzioni cedolare secca
Cosa succede se non dichiariamo l’affitto nel 730? Le multe sono salatissime (Designmag.it)

Nello specifico le sanzioni per chi omette queste informazioni nel 730 variano in base a uno spartiacque temporale: fino al 31 agosto 2024 la sanzione è compresa tra il 240 e il 480% dell’imposta dovuta. A partire dal 1° settembre, invece, si parla di una percentuale fissa del 240%, ma con un importo minimo pari a 500 euro.

Vi è poi il caso di dichiarazioni errate o parziali in materia di cedolare secca. Fino al 31 agosto 2024 la sanzione prevista in questo caso è compresa tra il 180 e il 360% dell’imposta dovuta. Dal primo giorno di settembre, invece, essa si attesta sul 140% dell’imposta dovuta, per un importo minimo di 300 euro.

Infine bisogna far presente che, come in molte altre situazioni, anche in quella di errori nella dichiarazione dei redditi sulla cedolare secca è previsto il cosiddetto ravvedimento operoso. Questo strumento permette ai cittadini di fare ammenda rispetto alle proprie mancanze in materia fiscale, vedendo così diminuita drasticamente l’entità delle sanzioni.

Si va dunque da una sanzione minima al 6% in caso di ritardo di 30 giorni, fino a un massimo del 24% se il ravvedimento avviene solo in seguito alla contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

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