Parliamo di affitti in nero, non regolarmente registrati né dichiarati al Fisco: quali sono le conseguenze per proprietario ed inquilino?
Che cosa sono i cosiddetti affitti in nero? Ebbene, si tratta di concordati tra il locatore di un immobile (ovvero il suo proprietario) ed il locatario dello stesso (ovvero il suo inquilino) che non vengono registrati regolarmente entro 30 giorni dalla loro stipula. Dunque il contratto, che può essere stato redatto per iscritto o anche semplicemente espresso a voce, c’è, ma non è mai stato depositato all’Agenzia delle Entrate.
Gli affitti in nero possono essere totali o parziali: totali, quando non viene dichiarato l’intero ammontare del canone mensile concordato tra proprietario ed inquilino; parziali, invece, quando viene dichiarata solo una parte della mensilità, ad esempio 300 Euro regolarmente registrati all’Agenzia delle Entrate ed ulteriori 200 Euro omessi, potremmo dire “nascosti”, dal contratto, anche se regolarmente versati dall’inquilino al proprietario ogni mese.
Ad oggi non conosciamo stime recenti del fenomeno; tuttavia la pratica degli affitti in nero viene considerata piuttosto diffusa lungo tutto lo Stivale. E tali concordati, in base alla legge numero 431 del 1998 e successive modifiche, sono definiti nulli, ovvero senza alcun tipo di valore legale o giuridico. Ma quali sono le conseguenze per proprietari ed inquilini in caso di controlli?
Chi rischia di più tra proprietario ed inquilino quando l’affitto è in nero
Dunque abbiamo compreso che la pratica dell’affitto in nero è inequivocabilmente illegale. Ma in caso di controlli ed accertamenti, chi rischia di più tra proprietario ed inquilino? E cosa? Ebbene, dipende da una componente specifica: ovvero dall’eventualità che l’inquilino abbia partecipato volutamente e coscientemente agli intenti evasori del proprietario.
In altre parole, se l’inquilino è stato complice della pratica di affitto in nero, ovvero se ha accettato – o proposto – di non registrare l’affitto per ottenere ad esempio uno sconto del canone, allora anch’esso sarà oggetto di conseguenze legali. Se invece l’inquilino resta ignaro della situazione, ad esempio perché il proprietario gli ha fatto firmare il contratto ma non lo ha poi regolarmente registrato, mantenendo il locatario all’oscuro dell’omissione, la responsabilità ricaderebbe tutta sul locatore.
Gli interessi e le sanzioni possono variare tra il 60% ed il 120% delle imposte evase se il totale versato ed incassato è stato totalmente omesso dalla dichiarazione dei redditi, mentre se è stato dichiarato parzialmente variano tra il 90% ed il 180%. In quanto al versamento Irpef, invece, solo il proprietario dell’immobile può essere imputato come tenuto ad effettuarlo. È tuttavia possibile provvedere ad essere in regola attraverso la cosiddetta registrazione tardiva del contratto, pagando sanzioni assai più leggere, ovvero tra il 6% ed il 20% rispetto al dovuto, a seconda dei giorni di ritardo intercorsi tra il trentunesimo giorno dalla stipula del contratto e l’effettuazione della registrazione tardiva.