Chi usufruisce di un affitto agevolato potrebbe perdere la casa: la colpa è della forte stretta sulle norme che lo regolano. Ecco cosa sta cambiando.
La nuova normativa sugli affitti potrebbe trasformare per sempre la fruizione degli appartamenti popolari. Le nuove regole non sono ancora state approvate e la bozza è stata aggiornata per l’ultima volta a novembre 2023, ma la giunta comunale di Roma è determinata a far passare la nuova normativa il prima possibile. Questa andrà a toccare tutti i cittadini che vivono già in una casa popolare da anni, quelli che vogliono affittarne una e quelli che attendono di averla assegnata. L’obbiettivo è quello di modificare la legge regionale n.12 del 1999 e ‘privatizzare’ la gestione degli affitti delle case popolari, così da diminuire il numero di ‘furbetti’ dell’affitto.
La misura andrebbe ad interessare tutto il Comune di Roma ed è spinta dall’assessore Pasquale Ciacciarelli. Secondo l’assessore, andrebbero colpiti tutti gli occupanti e gli stranieri senza un reddito che non pagano l’affitto della casa, stringendo enormemente le regole sui criteri di assegnazione ma anche di individuazione degli alloggi destinati alla locazione che possono essere a canone agevolato o a libero mercato. Ad occuparsi dei controlli, secondo la normativa, potrebbe essere addirittura la Regione, che influirà sul controllo delle famiglie che vivono negli alloggi popolari, sulla loro situazione reddituale, sulla legittimità dell’assegnazione e, soprattutto, sulla regolarità dei pagamenti.
Affitti agevolati addio: cambia la normativa per le case popolari
Il rapporto tra l’inquilino e il gestore diventerà molto più simile a quello di un comune rapporto tra privati; i contratti avranno durata di 4 anni, con possibilità di un rinnovo per ulteriori 4 anni. A conclusione, la famiglia dovrà dimostrare di avere ancora i requisiti necessari per beneficiare di un alloggio popolare Ater o Erp. Ciò significa che se si alza il reddito o è stata commessa un’irregolarità nella gestione dell’immobile l’ente gestore ha tutto il diritto di sfrattare gli inquilini. Ciò accade, per esempio, se la famiglia nei quattro anni di locazione, non paga per quattro mesi consecutivi l’affitto o gli oneri accessori come le pulizie condominiali, manutenzione delle aree verdi, acqua, elettricità e riscaldamento. In tutti questi casi sarà effettuato lo sfratto immediato.
Le nuove normative prevedono inoltre che chiunque abbia ricevuto una condanna penale non può avere accesso alla casa popolare, a meno che non sia avvenuta una completa riabilitazione del soggetto. Se un solo componente del nucleo riceve condanne penali o ne ha ricevute in passato, l’intera famiglia verrà sfrattata immediatamente. Infine stretta anche sugli stranieri: già oggi è necessario che il cittadino straniero sia in possesso di permesso di soggiorno o richiesta di protezione internazionale per ottenere una casa popolare, tuttavia la nuova norme vuole inserire anche una soglia di reddito minima. Se il reddito Isee è pari a 0 (e quindi si lavora in nero) non si potrà fare richiesta per una casa popolare.