Acquisto casa e tempo massimo tra preliminare e rogito: si rischia di perdere la caparra e non solo

Per l’acquisto della casa esiste un tempo massimo fra firma del preliminare e rogito? Ecco cosa si rischia in caso di ritardo.

Nel momento in cui un compratore sta per acquistare una casa deve preoccuparsi di firmare il contratto preliminare, o compromesso. Un documento fondamentale che stabilisce le condizioni della compravendita e, nella stragrande maggioranza dei casi include una caparra confirmatoria, ovvero un impegno economico da parte dell’acquirente.

Per poter arrivare alla vera acquisizione si deve però firmare anche il rogito. Si tratta dell’atto notarile che formalizza il passaggio di proprietà fra il vecchio e il nuovo possessore dell’immobile. Il rogito include tutti i dettagli dell’operazione (generalità delle parti coinvolte, descrizione dell’immobile, prezzo di vendita, modalità di pagamento) e le firme autenticate dal notaio. Tale scrittura va registrata e poi trascritta nei registri immobiliari.

Ma quanto tempo può intercorrere tra la firma del preliminare e la chiusura del rogito? Esiste un termine legale massimo? Il contratto preliminare contiene spesso dei termini concordati per la chiusura dell’affare. Tali articoli determinano dei rischi per l’acquirente nel caso in cui il rogito arrivi con troppo ritardo.

Questi tempi non sono definiti in termini standard. Cioè, non vengono intesi dalla legge italiana come intervalli precisi. Non esiste infatti un termine massimo legale tra la firma del preliminare e il rogito notarile. Eppure, se non si rispettano i termini concordati nel contratto preliminare, l’acquirente rischia di perdere la caparra. In certi casi, se l’acquirente non richiede il rogito entro un termine “ragionevole”, potrebbe perdere il diritto di farlo. Tutto ciò però dipende da quanto contenuto nel contratto preliminare. E succede anche che il documento non faccia menzione a una data specifica per il rogito.

Termine massimo stabilito tra il contratto preliminare (compromesso) e il rogito notarile

Il tempo che può intercorrere fra compromesso e rogito può dunque variare in base a ciò che è concordato tra le parti nel contratto preliminare. Proprio per questo diventa fondamentale stabilire con chiarezza ed esattezza una data o un termine massimo per il rogito nel compromesso. Solo così è possibile infatti evitare eventuali controversie.

Stretta di mano per il passaggio di proprietà della casa
Termine massimo stabilito tra il contratto preliminare (compromesso) e il rogito notarile – designmag.it

Il concetto di tempo ragionevole è assai ambiguo. Può andare da un mese a sei mesi. Ma se dovessero sorgere degli impedimenti o degli imprevisti, in teoria, è sempre possibile rinegoziare i termini. Fermo restando che il non rispettare i termini stabiliti potrebbe comportare un doppio rischio. La perdita della caparra per l’acquirente oppure l’obbligo di restituire il doppio della caparra per il venditore.

Le cause legali collegate a simili fattispecie non sono rare. Sorgono insomma vari disaccordi e si finisce così in tribunale. Evenienza che contribuisce a dilatare ancora di più i tempi per arrivare al rogito, aumentando anche i costi per entrambi i termini.

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